Passi di Memoria
Seveso-Meda 10 luglio 2024
Il 10 luglio 2024 ha segnato i 48 anni trascorsi dal grave disastro ambientale provocato nel 1976 con la fuoriuscita di Diossina dall’ICMESA di Meda. Una data che è stata ricordata con l’iniziativa pubblica “PASSI DI MEMORIA” nata dalla collaborazione tra il Circolo Legambiente Laura Conti di Seveso e i gruppi di Seveso Futura, Sinistra e Ambiente e Impulsi di Meda. Soggetti che da anni lavorano insieme per dare continuità e futuro al percorso della Memoria avviato dal Circolo “Laura Conti” al principio di questo nuovo millennio.
Associazioni e gruppi si sono ritrovati con i cittadini la sera del 10 luglio per il primo “passo di Memoria” illustrativo, davanti al pannello che l’Amministrazione Comunale di Meda – facendo propria e rilanciando la proposta dell’allora consigliere comunale Alberto Colombo di Sinistra e Ambiente di Meda – ha apposto sul muro dell’ICMESA di Meda, reperto di archeologia industriale, unico manufatto rimasto dell’unità produttiva chimica allora allocata in questa porzione di territorio al confine con Seveso.
Maurizio Zilio, Presidente del Circolo Legambiente Laura Conti di Seveso ha ricordato che è stata una strategia delle industrie inquinanti quelle di collocarsi sui confini tra comuni diversi, cosi da ostacolare il collegamento tra infrazione e sanzione.
Nel distretto della chimica che si costituì negli anni Cinquanta sul territorio brianteo, Seveso divenne una vera e propria “area di sacrificio” che si assunse di conseguenza anche tutto lo stigma tanto pesante che ancora oggi abbina il disastro ambientale al nome di Seveso invece di associarlo, più correttamente – come ha sottolineato la sociologa Emanuela Macelloni – alla industria Icmesa del gruppo Giavaudan-La Roche che ne fu responsabile.
Dal pannello del muro dell’Icmesa il gruppo di cittadini presenti all’iniziativa ha camminato fino al Bosco delle Querce per la seconda tappa dell’itinerario: il primo dei pannelli del Ponte della Memoria apposti da Legambiente, Innova 21, Comune di Seveso dopo una lunga rielaborazione della memoria e della narrazione degli eventi, facilitata da un gruppo di psicologi di comunità.
Grazie a questo percorso oggi chi entra al Bosco delle Querce per fruire del prezioso verde che ci ristora nelle giornate più calde può apprendere la storia del luogo e continuare a ringraziare la cittadinanza che con determinazione indirizzò le scelte politiche delle istituzioni impedendo la realizzazione in questa area di un forno inceneritore, aprendo la strada a quella che poi è stata una importante e riuscita opera di bonifica rigenerativa e fondativa di questo polmone verde.
Nella assise che si è poi svolta presso il Centro Visite del Bosco delle Querce, la pratica di memoria e di contro-narrazioni è stata proposta come un modello di lavoro che si può adottare per scoperchiare il sommerso della memoria del danno ambientale e della resilienza di una comunità che non abbandona il territorio martoriato dall’impresa votata al profitto e irrispettosa della salute dei lavoratori, dei cittadini e dell’ambiente.
Gemma Beretta del Circolo Legambiente Laura Conti di Seveso ha invitato la comunità cesanese a prendersi cura per esempio del deposito dove si trovano gran parte delle 80.000 carcasse di animali domestici, da cortile e da allevamento soppressi nel 1976 che oggi è diventata un’area rinaturalizzata dove però non v’è traccia dell’origine e del contenuto di quanto custodito sotto terra.
Seveso ha avuto la sventura di un gravissimo danno, ma non meno danneggiate furono le altre cittadine vicine che hanno ospitato i siti della chimica, tra i più estesi e impattanti quelli dell’Acna e della SNIA.
Industrie che hanno portato lavoro ma anche avvelenato in modo diffuso, invisibile e continuo.
Ne ha parlato Alberto Colombo di Sinistra e Ambiente di Meda e l’intervento ha avuto eco in storie narrate da alcuni cittadini presenti all’incontro, memoria di famiglie operaie segnate dal lavoro e dalla mancanza di consapevolezza di quello che attraverso il lavoro progressivamente si stava perdendo nei termini di qualità di vita e di ambiente.
Giada Nardozza ha raccontato del valore della memoria a partire dalla sua esperienza personale di trentenne che è venuta in contatto con la storia del territorio solo alla fine della scuola superiore mentre ha verificato la potenza dello stigma legato al nome Seveso tuttora vigente.
Pier Guagnetti di Altra Bovisio ha ricordato che la contaminazione del nostro territorio è una responsabilità collettiva da assumersi come impegno quotidiano. Andrea Pusineri e Giorgio Garofalo hanno portato l’esperienza di Seveso Futura che fin dall’origine ha trovato alimento dal raccordo con le associazioni ambientaliste del territorio, guadagnando una consapevolezza che oggi intende rilanciare per la generazione che si affaccia al futuro.
Passi di Memoria è stato il giusto titolo di questa iniziativa nel corso della quale e stato possibile rivedere scene del film “Seveso una storia da raccontare” di Fabio Tosetto, con immagini e parole toccanti della comunità sevesina prima del disastro ICMESA e immediatamente dopo.
Sollecitati dalla emozione e dalla pratica di narrazione in cui si sono cimentati le relatrici e i relatori – non esperti accademici ma donne e uomini che cercano di tenere insieme la parola e l’azione – molti dei presenti hanno cominciato a condividere storie importanti da rilanciare e approfondire e che indicano la strada per una ricerca e per l’agire futuro nel contesto brianzolo, proprio a partire dalla pratica di resistenza adottata in questi anni da una parte della cittadinanza in risposta al grave disastro ambientale della Diossina.
“Passi di Memoria” con Legambiente Circolo Laura Conti di Seveso, Seveso Futura, Sinistra e Ambiente-Impulsi Meda
Seveso Futura, Legambiente Circolo Laura Conti Seveso, Sinistra e Ambiente-Impulsi Meda